Le occasioni per presentare efficacemente se stessi e parlare in pubblico devono essere sfruttate al meglio e al volo, in quanto quando capitano, spesso si trasformano in opportunità fatali che cambiano l’andamento e la qualità della nostra vita. Per questo quando abbiamo la possibilità di raccontarci di fronte ad uno o più interlocutori attenti, dobbiamo da subito saper stimolare il loro interesse e la loro motivazione ad ascoltarci.

La presentazione efficace di sé stessi parlando davanti ad un pubblico, in presenza o da remoto, richiede una certa abilità nel comunicare in modo convincente pur avendo a disposizione un  lasso di tempo contingentato. Specialmente in ambito professionale, le occasioni che abbiamo per proporre noi stessi, le nostre idee e i nostri progetti in un’unica occasione si rivelano eventi ad alto tasso di profitto. In questi contesti, infatti, la qualità della nostra performance comunicativa produce conseguenze positive e determinanti per l’evoluzione della nostra vita professionale, sotto il profilo umano, sociale ed economico.

In cosa consiste una presentazione efficace di se stessi.

Si tratta di raccontare chi siamo e cosa facciamo in una manciata di secondi, al massimo in 1 o 2 minuti, con una sintesi esaustiva, credibile e accattivante che valorizzi la nostra persona, il nostro lavoro e il nostro progetto. L’obiettivo è quello di incuriosire e coinvolgere i nostri interlocutori e di indurli a considerare il nostro valore e quello delle nostre idee. Parlare di sé raccontandosi in maniera chiara e incisiva è molto difficile, a maggior ragione se l’oggetto della presentazione di sé stessi è un progetto o un lavoro e specialmente quando i nostri astanti sono potenziali clienti, superiori, finanziatori o esaminatori. La difficoltà maggiore è presentarsi dicendo cose interessanti per il nostro pubblico più che per noi; ricordiamoci che chi ci ascolta deve essere sempre il faro che guida il nostro speech.

I due presupposti di base: autostima ed autoefficacia.

Saper fare una sintesi credibile e seduttiva di noi e della nostra proposta, implica a prescindere una profonda conoscenza di noi stessi e una consolidata consapevolezza del nostro valore e delle nostre capacità. Alla base della nostra abilità di autopresentazione efficace ci sono la nostra autostima ed autoefficacia che lavorano in armonia e sinergia per mantenere costante e costruttiva la nostra auto percezione. L’autostima è il giudizio di valore che ci attribuiamo, anche in base al giudizio presunto ed esplicitato degli altri nei nostri confronti; mentre l’auto-efficacia è la percezione consapevole di essere in grado di realizzare e di realizzarci. La stima del valore di noi stessi è un elemento importantissimo della nostra vita, proprio perché grazie alla robustezza della nostra autostima ci percepiamo persone efficaci, in quanto capaci di realizzarci, cioè di concretizzare i risultati e raggiungere i nostri obiettivi. Quando la nostra autostima e la nostra autoefficacia sono armoniche e costanti, viviamo in uno status mentale ed emotivo che favorisce una mentalità vincente e costruttiva, grazie alla quale anche nelle situazioni più sfidanti, rimaniamo lucidi e governatori delle nostre emozioni e soprattutto focalizzati sull’obiettivo.

Come si struttura una presentazione efficace di Sè stessi.

Quando ci presentiamo agli altri e a maggior ragione lo facciamo con un obiettivo, vogliamo risultare persone credibili e contemporaneamente accattivanti, proprio per stimolare l’interesse di chi ci ascolta e portarlo dalla nostra parte. Una presentazione efficace di Sé stessi parlando in pubblico, prevede una strategia  che possiamo riassumere in 5 punti.

Facciamo da subito una buona prima impressione.

I primi secondi sono fondamentali perché chi abbiamo di fronte, in quel lampo di tempo si fa un’idea di noi e decide se continuare ad ascoltarci o meno; prendiamoci cura del nostro outfit scegliendo il più adeguato alla nostra fisicità, alla nostra personalità e al nostro ruolo e ricordiamoci che l’abito giusto ci mette a nostro agio interiormente facendoci apparire gradevoli e credibili esteriormente. In proposito voglio precisare che molti studi in merito hanno dimostrato che veniamo giudicati dagli altri, nell’ordine: per il nostro aspetto esteriore, per il nostro atteggiamento e solo dopo per quello che diciamo, ma soprattutto per come lo diciamo.

Raccontiamo in modo coinvolgente chi siamo e che cosa facciamo soprattutto in funzione di chi ascolta.

Grazie alla tecnica dello storytelling, possiamo emozionare e coinvolgere chi ascolta: parliamo in modo semplice ma incisivo e facciamo una narrazione corredata di aneddoti, prima di tutto del come e del perché facciamo quello che facciamo.

Evitiamo monologhi autoreferenziali e dialoghiamo in modo interattivo con il nostro pubblico, sia esso fisico o virtuale; dimostriamo che siamo la persona giusta e come possiamo essere utili e risolutivi del loro problema in modo semplice e chiaro, con esempi pratici e metafore efficaci.

Scriviamo il testo della presentazione e poi sintetizziamolo in una scaletta di parole chiave che costituiscono la mappa di quello che vogliamo dire.

Prepariamoci tecnicamente e mentalmente all’esposizione

Organizziamo il discorso in modo che si esaurisca entro i limiti: prevediamo presentazioni da minimo 30 secondi a massimo 3 minuti e gestiamo il tempo in modo da poter esprimerci e lasciare di noi un messaggio che si ricorda.

Interiorizziamo gli argomenti ed evitiamo di imparare a memoria cercando di usare un lessico che sia il nostro personale e distintivo e soprattutto adeguiamolo di volta in volta a seconda degli interlocutori, dell’ambiente e del contesto;

Usiamo tutte le nostre forme di intelligenza e diventiamo abili a riconoscere e gestire le nostre emozioni e quelle dei nostri interlocutori, per poter fare fronte a tutte le variabili che possono interferire mentre parliamo e interagiamo con gli altri.

Organizziamo lo speech e scegliamo il registro linguistico adeguato al pubblico e al contesto

Suddividiamo il discorso in tre parti: prepariamo un’introduzione che serve a stabilire il rapport e a catturare l’attenzione, un corpo centrale del discorso utile ad illustrare e argomentare il tema attraverso la dialettica e la retorica e infine la conclusione che ribadisce in sintesi quanto detto e invita il pubblico ad agire= la famigerata call to action.

Usiamo locuzioni e forme espressive che piacciono e che sono comprensibili per chi ci ascolta; teniamo presente che a tutti noi piace sentire esprimere concetti familiari e che ci fidiamo maggiormente di chi parla come noi.

Esibiamo un outfit adeguato alla nostra persona e funzionale al nostro ruolo.

Ultimo ma non per grado di importanza è il nostro outfit: la nostra forma fuori, il corpo che presentiamo agli altri, l’abito che rappresenta la nostra identità personale, sociale e professionale.

Scegliamo un look estetico, comodo, rappresentativo e altamente distintivo. In altre parole il nostro outfit deve essere convenzionale e distintivo, per farci farci apparire gradevoli nell’aspetto e a nostro agio nel nostro ruolo. Allo stesso tempo, il nostro abito, così come il trucco e l’acconciatura, devono rivelare dettagli peculiari che ci ci fanno distinguere, ricordare e scegliere dai nostri interlocutori.

Quello che indossiamo deve permetterci una performance verbale e non verbale chiara e sciolta che coinvolga l’interesse del pubblico e lo convinca ad agire secondo i nostri obiettivi.