Le donne attive e indipendenti sono autonome e libere. Può sembrare uno slogan, ma è la verità. Le donne che portano avanti attivamente il proprio progetto di vita personale sono indipendenti mentalmente e lo diventano anche economicamente; grazie a questa consapevolezza, si sentono autonome e libere nel pensare, decidere ed agire. 

Le statistiche dicono che il 46% della popolazione femminile è inattiva; un dato molto preoccupante per le donne stesse e per tutta la società. Questo significa che ancora oggi, troppe donne dipendono economicamente da qualcuno, con la conseguenza che sono maggiormente vulnerabili; vittime di scelte obbligate e poco lucide. Fra le donne che non partecipano attivamente alla vita professionale ed economica, alcune di loro hanno fatto questa scelta in modo consapevole e voluto; ce ne sono altre che hanno subito eventi caduti dell’alto e sono state costrette a lasciare il lavoro, con tutti gli strascichi correlati di ripensamento e frustrazione. Molte altre donne invece, più o meno consapevolmente, hanno deciso di rimanere nella zona di comfort del ruolo di “moglie di qualcuno” e, quando hanno fatto i conti con l’insoddisfazione, si sono trovate fuori tempo massimo.

La crisi può rivelarsi un’opportunità.

La crisi in atto, anche se in parte è la causa di questo stato dei fatti, ha cambiato le regole del gioco;  in questi ultimi anni, molti uomini si sono ritrovati senza lavoro, con gli stessi carichi di spesa ai quali far fronte. In questa situazione, molte “casalinghe” hanno dovuto cercare e trovare un lavoro; molte di loro hanno trasformato questa necessità in una grossa opportunità, per rispolverare insieme ai loro titoli, anche le competenze e l’entusiasmo di rimettersi in gioco e tornare protagoniste attive della loro vita e della società. La “necessità” imposta dalla crisi ha dato a molte donne il coraggio per cambiare in meglio e diventare maggiormente sicure di loro stesse, più indipendenti e più libere.

Mettersi in gioco e brillare di luce propria.

Oggi diventa più che mai importante, educare le donne a recepire come fondamentale la loro realizzazione personale e professionale. Le classi dirigenti devono fare la loro parte, ma è sostanziale che il cambiamento parta dal basso, dal privato quotidiano di ogni donna. Anziché subire passivamente la congiuntura negativa in atto e rimanere pigramente comode all’ombra di qualcuno, le donne devono ritrovare grinta ed entusiasmo, per mettere in risalto i loro talenti e brillare di luce propria. Devono allenarsi ad essere competitive in modo corretto e solidale con le altre donne e imparare a trasformare le loro idee in obiettivi; consapevoli del loro prezioso know-how, devono mettere in atto le strategie utili per raggiungere gli obiettivi e sentirsi realizzate, prima di tutto come donne.