Body and soul: abbiamo il corpo che siamo?

Ognuna di noi dovrebbe porsi questa domanda, riflettere e rispondersi con sincerità. E’ questo il presupposto che crea autoconsapevolezza corporea e che di conseguenza ci fa assumere comportamenti alimentari automatici e naturali che costruiscono il “nostro corpo”: quello che ci rappresenta al meglio e ci agevola nell’esprimere la nostra identità, le nostre attitudini e i nostri talenti.

Tutto quello che serve per sentirsi realizzate ed essere felici.

Quando il corpo è una gabbia dorata.

Quando ci costruiamo un corpo fisico che con l’illusione di proteggerci nasconde chi siamo, in realtà si rivela essere una pericolosa gabbia dorata che ci regala un falso comfort ma in realtà ci imprigiona e ci limita in quello che vogliamo essere. Nei momenti in cui ce ne rendiamo conto, proviamo rabbia e frustrazione perchè comprendiamo che a causa di quel corpo, rinunciamo ad esprimerci, o lo facciamo parzialmente e goffamente.

Il corpo ideale: una tuta performante.

La forma e il peso ideali per ognuna di noi, sono un insieme di linee e proporzioni che esprimono la nostra anima =come siamo veramente dentro, e la nostra personalità= come appariamo fuori. Quando questo accade, significa che siamo .“Body and Soul”: abbiamo il corpo che siamo!

Il nostro corpo infatti riveste una duplice funzione: ci contiene e ci protegge ed insieme  ci esprime e ci veicola. Il nostro corpo è la custodia della nostra anima, la forma della nostra sostanza e anche il nostro primo mezzo di trasporto che ci muove nel mondo. Il modo in cui abbiamo deciso di affrontare la vita, cioè se vogliamo affrontare e gestire le situazioni, oppure se preferiamo nasconderci e subirle, ci porta a costruirci addosso un involucro psicologico e fisico che può essere una tuta performante o una corazza limitante. Il nostro modo di rapportarci col cibo, dipende molto anche da questo; in base al viaggio che dobbiamo fare ci costruiamo la macchina adatta ad affrontarlo e la riforniamo del carburante necessario per arrivare al traguardo.

Approccio al cibo: “complice e distaccato”.

La consapevolezza e la convinzione in merito alla nostra identità e alla nostra mission, regola il modo in cui ci alimentiamo; quando sappiamo chi vogliamo essere e cosa dobbiamo fare per esserlo, il nostro pensiero e approccio al cibo, oltre ad essere utile e vantaggioso per noi è un comportamento automatico che non necessita di autocontrollo, proprio perché è il prodotto di una coscienza profonda che genera un sistema di credenze radicate potenzianti e funzionali all’obiettivo. In altre parole, pensiamo al cibo e mangiamo in modo complice e distaccato: il cibo è utile aò nostro benessere, piacevole per i nostri sensi ma mai siamo sfiorati dall’idea di pensarlo come un farmaco o una droga. E la cosa più bella è che questo nostro modo di percepire e vivere il cibo come nutrimento e piacere, ci viene naturale ed automatico, senza sforzo o percezione di sacrificio: mangiamo per stare bene, per essere belle e in forma e non ultimo, per il piacere che il cibo ci procura.

Il corpo che risulta da questo tipo di schema mentale e comportamentale è il corpo ideale per noi: ci gratifica esteticamente fuori, ci fa sentire a nostro agio dentro e ci agevola nel pensare e nell’agire.

Quando ci sentiamo bene nel nostro corpo, significa che ci sentiamo in armonia con la nostra anima ed è inevitabile che ci sentiamo e ci vediamo belle.