La dieta e il cibo sono da sempre croce o delizia della nostra vita. Ma siamo noi a decidere! Possiamo scegliere se alternare eccesso e rinuncia al  piacere del gusto, con relativo up and down di depressione ed euforia; oppure, instaurare col cibo una relazione complice e distaccata che ci permette di goderne solo i lati positivi, a tutto vantaggio del nostro equilibrio psicofisico e della nostra autostima.

E’ vero, da sempre il cibo è motivo di piacere e di stress; il modo in cui ci alimentiamo, determina il nostro stato di forma e la nostra bellezza, ma incide anche sulla qualità della nostra vita di relazione. Se mangiamo con equilibrio siamo belle e in forma tutto l’anno e miglioriamo il nostro stato di benessere psicofisico generale; inoltre, partecipiamo agli eventi sociali/conviviali con animo sereno, senza rinunciare al piacere del cibo e tuttavia, senza rischio di compromettere il nostro peso-forma.

Purtroppo però spesso accade che optiamo per esagerare con il cibo, proprio perché lo percepiamo come una sorta di premio da ottenere dopo una buona condotta o da concederci per sedare emozioni negative o per riempire vuoti inconfessabili……Dopo queste trasgressioni, inevitabilmente, per superare la fatidica prova costume, piuttosto che per sentirci adeguate al nostro gruppo dei pari o essere più carine per trovare un partner, facciamo seguire periodi di rinuncia o restrizione alimentare.

Dieta: l’equivoco del suo significato.

Dieta = abitudine, modo di vivere volto al benessere psicofisico e caratterizzato da continuità e costanza, senza scadenza. Questo è il vero significato della parola “DIETA” che invece viene quasi sempre usata, per definire regimi alimentari temporanei e restrittivi. Ma come mai tutte queste diete funzionano solo per poco tempo e spesso provocano una reazione contraria? I motivi sono principalmente due:

  1. quando siamo a dieta, il nostro cervello percepisce la scarsità di cibo come un allarme e il nostro corpo, per istinto di sopravvivenza, accumula più facilmente peso;
  2. la limitazione di cibi prelibati e abbondanti, oltre a farci sentire la fame, ci rende tristi, perché riduce l’atto del mangiare a sola fonte di sussistenza e priva il cibo dei suoi importanti aspetti sensuali e conviviali.

E’ confermato da tutti i nutrizionisti, I regimi dietetici restrittivi o selettivi, si rivelano inefficaci e deleteri per il pesoforma. Il nostro cervello istintivo infatti è programmato ad elaborare informazioni utili alla sopravvivenza e, quando registra periodi di carestia alimentare, si predispone e si attiva ad immagazzinare scorte non appena il cibo torna ad abbondare, favorendo così la ripresa del peso. E’ risaputo inoltre che le diete e i programmi che richiedono sforzo e controllo concentrato in un determinato tempo, risultano quasi sempre insostenibili sul lungo periodo. Questo, unito al fatto che sono anche difficilmente conciliabili con il menage quotidiano, sono i motivi che  spiegano il loro fallimento. Ecco quindi che dopo un periodo di diete e allenamenti forzati, rinunciamo e ci arrendiamo, ricadendo nella frustrazione e nel senso di fallimento.

Cibo: complice dei momenti belli e mai riempitivo o sedativo di stati d’animo negativi.

Dal punto di vista mentale ed emozionale, questa altalena di regole e trasgressioni, oltre ad alternare periodi di pesoforma a fasi di sovrappeso, rende labile e discontinua anche la nostra identità fisica: passiamo da ingrassate a dimagrite che poi re-ingrassano. Questa alternanza, oltre a frammentare la continuità dello stato di salute, di benessere, di bellezza e di emozioni, indebolisce anche la stabilità e la forza della nostra autostima.

La dieta corretta è quella di mangiare di tutto, senza negarci quello che più ci piace, in quantità adeguata e in base al momento e allo stato d’animo. Per rendere possibile questo comportamento è necessario considerare il cibo come un nostro alleato, un nostro complice che ci supporta e ci incentiva.

Il cibo deve essere per noi fonte di nutrimento e di gratificazione e anche espediente di socializzazione; assolutamente mai deve essere un riempitivo, attraverso il quale rivalersi, consolarsi o mettere a tacere emozioni difficili da gestire.

Il cibo è e deve rimanere uno strumento da usare in modo utile per la nostra bellezza e forma fisica, ma anche per il nostro benessere generale.